Foliage su strada forestale valle Torrente Leale

Il magico foliage autunnale di Malga Amula e Malga Cuar

Avventura alla ricerca del foliage autunnale

Quest’oggi vi porto in un posto magnifico dove potete immergervi in un paesaggio meraviglioso, dove le vostre ruote si possono completamente immergere in un mare di foglie color rosso fuoco, oppure arancioni come un bellissimo tramonto, a tratti gialle come se fossero preziose pepite dorate sparse un po’ qua e un po’ là, ed infine alcune verde bluastre, come il colore delle impetuose acque che scorrono nei torrenti circostanti. Qui potete davvero godere del tipico foliage autunnale.

Ecco qua, dopo alcune veloci pedalate di trasferimento con forte vento e leggera pioggia che bussa sui nostri caschi. Ci troviamo nei pressi di Alesso a ridosso dei parcheggi del Torrente Palar, e ci stiamo dirigendo all’interno della valle del Torrente Leale.

Una comoda e tortuosa strada asfalta ci fa salire rapidamente, grazie anche alle discrete pendenze in prossimità della località Stavoli Coloret, che si trova tra l’omonima cima Monte Coloret e il Cuel dai Fari. Si prosegue fino a guadare il Rio Amula e in direzione SUD si risale verso Stavoli dai Grii per poi arrivare agli Stavoli di Forchia Amula che si trovano giusto poco prima dell’omonima malga, il primo dei nostri obbiettivi!

Torrente Leale

Poco prima della malga abbiamo la fortuna di incrociare il bellissimo Torrente Leale che ci lascia a bocca aperta. Purtroppo o forse per fortuna non c’era molta acqua in quel punto, mi sarebbe piaciuto vederlo al meglio della sua bellezza, ma avrò modo di tornare a fargli visita.

Il Torrente Leale nasce sul versante est del Monte Mason (1091 m) dalla confluenza del Rio Tromba e del Rio da Pinet, nei pressi di Malga Cuvii (769 m).

Malga Amula

Ci troviamo a circa 732m s.l.m. dentro la valle del Torrente Leale. La Malga si trova nella parte alta ed è raggiungibile attraverso la strada forestale appunto che abbiamo percorso noi, oppure attraverso il sentiero CAI n.840.

Si prosegue poi verso Malga Flagjel che si trova sotto la Cima dai Laris nei pressi appunto dell’omonima e bellissima montagna Monte Flagjel che si può tranquillamente ammirare dalla pianura Friulana. Lo riconoscete perché “guardando” verso Gemona ma si trova sulla sponda opposta del Tagliamento, prima c’è il suo inseparabile amico M.Cuar (1478 m.), poi al centro Cuel dai Poz (1377 m.) ed infine M.Flagjel (1467 m.). Li riconoscete perché da lontano paiono entrambe le due ben visibili cime “inclinate” e spoglie di vegetazione. Di fatto nella parte più alta abbiamo visto soltanto qualche coraggioso faggio e per il resto erano tutti piccoli arbusti.

Malga Cuar

Finalmente le ultime faticose pedalate, che l’effetto windchill ci faceva percepire, giungiamo d’innanzi alla Malga Cuar che ci desta d’innanzi ad un magnifico panorama che lascia ben poco spazio alle parole.

Devo dire che il meteo della giornata ha fatto l’avventura e non solo, ha regalato anche un paesaggio e panorama quasi mistico e onirico, ed io ero davvero in estasi da tanta magnificenza, non a caso è un DreamTrails tutto made in Friuli!

Il rientro verso il fondovalle: Monte Prat

Per concludere dopo una breve pausa contemplativa, ci siamo lasciati alle spalle questo bellissimo panorama per lasciar correre le ruote su questo manto di foglie colorate, che ci ha accompagnato fino a fondovalle, passando per il bellissimo altopiano di Monte Prat. Penso che il foliage autunnale più bello lo abbiamo vissuto proprio lì, ho detto vissuto perché dire visto e basta non sarebbe corretto, è stato un flow di emozioni uniche durante la discesa che mi hanno sempre rincuorato e dato nuova energia. Ho letteralmente solcato un lunghissimo sentiero color rosso fuoco, così vivido che non credevo ai miei occhi. Avevo la pelle d’oca… e non dal freddo!!

E’ stata un’avventura la discesa perché, per via dell’effetto windchill, nessuno dei due percepiva più mani e piedi, nonostante il nostro discreto equipaggiamento. Devo ammettere che mi è stato di grande aiuto la bustina scaldamani che non avevo mai usato prima d’ora, ma tenevo di emergenza nel marsupio proprio per casi come questi, e che mi ha fatto riacquistare la sensibilità alle mani. Questo mi ha permesso di aver una migliore sicurezza di guida in discesa, vista anche la difficoltà tecnica data dalle foglie e tutte le superfici bagnate.

Il nostro equipaggiamento

Io indossavo una maglia termica a maniche lunghe non troppo spessa, poiché sapevo che la salita dalle forti pendenze, mi avrebbe fatto sudare parecchio. Pertanto ho preferito una soluzione più traspirante e leggera in combinazione con il giacchetto Endura MT500, impermeabile e antivento che toglievo e mettevo all’occorrenza.
Mi sono portato dietro anche un gilet della Fox smanicato antivento, che avrei usato esclusivamente per la discesa finale, per trattenere ancora di più il calore corporeo.

Ai piedi avevo dei calzettoni belli spessi in lana della Gore, fino a sotto il ginocchio, come vuole il buon “galateo del Montanaro”. Le scarpe invece sono delle Mavic Crossmax SL Pro Thermo (hanno 6 anni di onorato servizio alle spalle) che sono impermeabili e antivento. Però ahimè devo constatare che nonostante tutto a fine giro mi hanno lasciato sì con i piedi asciutti ma completamente ghiacciati. Poco prima della discesa finale avevo già perso gran parte della sensibilità e il resto è stato ancora peggio, non percepivo più niente sui pedali. Per fortuna che ero agganciato con gli SPD!

Sempre parlando del freddo, mi hanno salvato la vita le bustine scaldamani che si possono comprare un po’ ovunque, e che in casi di emergenza come questo possono davvero fare la differenza! Ve lo posso assicurare l’ho provato sulla mia pelle, mi ha ridato sensibilità alle mani e son riuscito a guidare dignitosamente durante la discesa.

L’equipaggiamento di Simone invece prevedeva:

  • Guanti Northwave Kinetic Active Contact nero
  • Scarpe nothwave gost xcm
  • Calzini termici gore
  • Pantano fox ranger
  • Intima gore windstopper
  • Giacca anti pioggia mallon labe

Conclusioni

Le condizioni meteo sono cambiate improvvisamente rispetto alle previsioni del giorni precedente, ci hanno spiazzato al nostro risveglio. Nonostante ciò abbiamo ponderato sul da farsi e valutato di fare lo stesso il giro: forte vento con una leggera pioggia iniziale per poi variare come un tira e molla nella sua intensità.
Noi non ci siamo mai lasciati scoraggiare dal maltempo, anzi ci ha dato quella carica in più nonostante qualche difficoltà; abbiamo solcato l’onda dell’avventura e di fatto ne è uscita una pedalata epica che difficilmente dimenticheremo sotto diversi punti di vista!

Questo percorso è veramente bello anche se fisicamente impegnativo, sia in salita che in discesa per via del fondo insidioso dato dal tipico foliage autunnale, che può nascondere diverse insidie, ma dosando la velocità e combinando testa e tecnica, si supera anche questa sfida.
Pertanto io ve lo consiglio vivamente, soprattutto nel periodo autunnale dove l’ambiente circostante da il meglio di sé.

Se sei curioso di altre esperienze analoghe, consulta il mio diario dell’avventuriero e non lasciarti sfuggire il prossimo appuntamento!

Scheda tecnica

Tempo in movimento: 03:57h
Distanza totale: 51,4 km
Velocità media: 13,0 km/h
Salita: 1.550 m
Discesa: 1515 m
Altitudine massima: 1.292 m

Difficoltà fisica: impegnativo
Difficoltà tecnica: media
Stagione: autunno
Terreno: foglie, sassi, rami, radici, guadi, terreno umido dato il periodo
Fondo stradale: asfalto, sterrato, mulattiera, single track
Salita: pendenza costante ma con alcuni tratti che vanno dal 17-19%

Altimetria di viaggio

Dettaglio del percorso

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