Alla ricerca di un bel panorama di fine autunno
Sono letteralmente andato alla ricerca di un luogo a me ben noto, per godere di un po’ di sana aria fresca, un bel sole e dell’ottimo panorama da sorseggiare un po’ alla volta.
Pertanto decido di impostare la rotta verso Canebola frazione del comune di Faedis.
Mi lascio alle spalle Canebola e proseguo ancora fino a raggiungere la mitica bocchetta di S. Antonio, un’ampia insellatura ad ovest del Monte Joanaz che affacciata direttamente sulla pianura Friulana. A nord, rispetto al piccolo santuario, si trova il pian delle Farcadizze (diventata un po’ più nota dopo il famoso e funesto fenomeno del Gelicidio), comodo passaggio che ci permette di raggiungere in bicicletta Montefosca, il paese dei Blumari.
Il mio interesse però per oggi si svolge altrove, ovvero a Prossenicco, dove sorge un’interessante trail area che non ho mai avuto l’occasione di provare.
Quand’è che decidi di provarla, se non fuori stagione??
Per citare un mio amico: << Si muore da Eroi >>.
Non è da meno la trail area di Robidišče che spero di aver il piacere di visitare il prossimo anno, magari con la scusa di scollinare in Slovenia.
Il panorama
Questa semplice escursione ci porta velocemente in vetta al M. Joanaz, attraverso una comoda strada forestale che dalla bocchetta di S. Antonio si dirige verso la Madonna del Domm., per poi proseguire salendo subito a sinistra sulla strada forestale. Ci sarà un incrocio in mezzo al bosco, in cui dovete tenere la destra e da lì a poco usciremo dal bosco e ci ritroveremo sull’inconfondibile cima. Tra l’altro noterete anche la presenza di una piccola stazione meteo, segnale che siete sulla strada giusta.
Da quassù abbiamo una vista stupenda sulle Alpi e Prealpi Giulie. Non si può fare a meno di posare gli occhi sul bianco M.Canin a seguire quasi nascosto ma inconfondibile M.Krn e poi davanti abbiamo il simbolo di Cividale del Friuli, il mitico M.Matajur.
Se ci voltiamo a Ovest invece possiamo ammirare il Monte Cavallo (Prealpi Bellunesi) mentre a Sud si può ammirare il mare se la giornata ce lo permette.
Una panchina solitaria
La cosa più insolita è quella di trovarsi di fronte, già spaesati causa suggestivo paesaggio autunnale, ad una panchina solitaria e il suo amico albero che gli tiene compagnia. Sembra godere di un ottimo panorama e splendida vista sulle montagne circostanti. Un po’ invidio quei due.
Appoggiamo la bicicletta per poter ammirare meglio il paesaggio e contempliamo il silenzioso paesaggio che ci circonda, dimenticandoci del freddo pungente e persino dell’incessante battito del nostro cuore che ha faticato per arrivare fin quassù.
Scendendo verso il CAI 753 – Montefosca/čarni Varh
Ho deciso di proseguire provando per la prima volta il sentiero Cai 753 Montefosca/čarni Varh. Devo dire che la prima parte è molto esposta, e sul trail ci sono molti sassi posizionati in punti fastidiosi che lo rendono difficilmente percorribile. Vista la difficoltà tecnica di questo primo passaggio, e ad aggiungersi quelle tipiche di questa stagione, ho optato per evitare questo passaggio e farmelo a piedi.
La parte successiva rimane sempre esposta ma più fattibile, un bel ripido con fondo scivoloso dato da una fanghiglia di foglie marce e neve. Con la giusta tecnica e convinzione si riesce a chiuderlo in sella che tra l’altro è la cosa più auspicabile perché persino a piedi è molto scivoloso!
Superato questo primo segmento il resto fila via liscio, abbiamo un bel sentiero divertente che ci attende! Certo non senza qualche schianto qua e là ma sono tutti facilmente bypassabili.
E’ bello vedere che sono il primo a scendere dopo la nevicata, davanti a me c’è una miriade di orme di vari animali che frequentano regolarmente la zona, quasi a indicarmi il sentiero da percorrere!
Tocca fare comunque attenzione perché ad un certo punto la traccia diventa meno evidente ma seguendo la dorsale non si può sbagliare, a tratti dal bosco si intravede in lontananza Montefosca.
Io mi fermo però un po’ prima, perché una volta raggiunta la strada a fine del trail, seguo le indicazioni per Robidišče. Un sentiero anche interessante ma faticoso per via del fondo dato dalla stagione che non aiuta a venirne a capo, molto argilloso e fangoso, ci vuole molto fisico per attraversarlo, anche per via dei ripetuti sali e scendi. Buona parte delle mie energie le ho spese nel tentativo di farlo tutto in sella.
Il meteo
Abbiamo affrontato in condizioni meteo poco favorevoli i sentieri della trail area di Prossenicco!
Innanzitutto c’era la bora e un’inversione termica all’alba ci ha colti di sorpresa, ha creato una perturbazione che proprio si è manifestata sulla catena del Gran Monte. Un enorme mantello bianco avvolgeva questo luogo, innevandolo, mentre proseguiva il suo cammino scendendo lungo la pianura Friulana.
I sentieri di Prossenicco
Devo dire che la parte alta dei sentieri è stata interessante perché ricoperta di neve fresca e ci è servita per fare utili esercizi di centralità e posizionamento sulla bici.
Ci siamo allenati anche su un lungo tratto in contropendenza molto veloce che ha permesso ai praticanti di capire meglio l’importanza di posizionare bene i pesi sulla bici e di sfruttare al meglio la tecnica per compensare le contropendenze, soprattutto con la neve e fango che tendeva a farci scivolare. Sono davvero rimasto soddisfatto dei risultati!
La sezione dopo nel bosco era favolosa anche con il fango, ci ha permesso di fare un ottimo allenamento sulle radici bagnate, tanto temute da tutti i riders! Tutta esperienza utile da mettere in tasca e portarsi a casa.
Infine ci attendevano ampie sponde e drop che danno quel toccasana di adrenalina che non ci vogliamo mai far mancare! Infine siamo tornati contenti del giro e dell’esperienza ottenuta in queste impegnative condizioni, a pulire le bici che erano parecchio infangate. Abbiamo salutato velocemente Prossenicco e pronti a rientrare per il pranzo che lo stomaco con tutto quel freddo, brontolava parecchio!
Video di alcune esercitazioni tecniche MTB
Conclusione
I sentieri sono molto belli, erano sconsigliati come c’era da aspettarselo logicamente nel periodo di fine autunno ma dopotutto bisogna osare sempre un po’ di più per cercare di uscire dalla comfort zone, quel poco che basta per creare un’esperienza nuova per il rider che però sia ancora gestibile e controllabile. Il feedback è stato positivo e l’allenamento ha dato i suoi frutti, sicuramente è un’esperienza formativa molto valida dal punto di vista tecnico. Il tutto reso ancora più magico dal paesaggio bianco che ci ha accolti appena arrivati!
Un saluto e alla prossima avventura nel 2024!
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