foto panoramica che da sull'alta val d'Arzino

Malga Jovet: Nei veli gelidi dell’incantata nebbia

Ecco finalmente sono riuscito a trovare il tempo per pubblicare l’ultima avventura del 2023 che chiude con stile questo incredibile ultimo anno passato in sella alla bicicletta! Oggi vi racconto della mia avventura a Malga Jovet.

Questa volta ci troviamo in Val D’Arzino e la nostra destinazione è Malga Jovet! Il meteo umido imperversa già da diversi giorni ma non ci facciamo scoraggiare da questo, cogliamo l’occasione e decidiamo di uscire lo stesso. Vi anticipo che ne è valsa davvero la pena anche se tutto non è stato così facile come sembra.

Alta Val D’Arzino

Partiti da Cornino, siamo saliti verso il suggestivo altopiano di Mont di Prat, dove salendo di quota, ci siamo lasciati alle spalle un po’ di questa fastidiosa umidità. Abbiamo proseguito fino alla fine dell’altopiano dove poi siamo scesi all’altezza della statale di Pielungo.

Durante la discesa, soprattutto nella parte conclusiva, era uno spettacolo unico osservare come l’umidità si amplificasse grazie al maestoso torrente Arzino che serpeggiava nella vallata sottostante.

Sembrava quasi il divampare di silenzioso vulcano, sprigionando fredda umidità con un fuoco muto.

Sprofondiamo dentro una fitta coltre di umidità e la percezione del freddo umido aumentava sempre di più, si faceva sentire fin dentro le ossa, nonostante abbigliamento tecnico adeguato.
Una sensazione spiacevole, tuttavia il paesaggio che stavo ammirando era così unico da rapirmi completamente, dimenticandomi del disagio fisico.

Finalmente raggiungiamo la strada provinciale, passiamo il ponte sull’Arzino vicino all’omonima “spiaggia” di Cerdevol Curnila. Bellissimo luogo incontaminato dove fare il bagno!
Nel mentre osservavo le impetuose acque che formano questa affascinante forra, e mi sono ricordato di quando alcuni anni fa, con un gruppo di valorosi amici, ci siamo avventurati con una guida di Canyoning a percorrere il Rio Cosa e il Rio Gasparini. Che posti meravigliosi e emozioni uniche mi hanno regalato! Ma questa è un’altra avventura… Consiglio vivamente anche a voi di esplorare questo torrente in maniera alternativa, ne vale davvero la pena.

Ebbene eccoci qua, qualche pedalata e ci lasciamo alle spalle il suggestivo paese di Pielungo fino a raggiungere il Castello Ceconi, punto da cui inizia la mulattiera che ci porterà fino alla malga.

Inseguendo il Rio Jovet

Il Rio Jovet si sviluppa su una lunga e bella mulattiera dove nella prima metà, presenta pendenze molto accessibili, con una media del 9,5%. Le pendenze si impennano invece dalla seconda metà in poi, dove nell’ultimo tratto presenta per brevi punte anche del 20%.
Vi lascio la mappa nella parte finale dell’articolo dove potrete verificare meglio i dati.

Questa progressiva ascesa, per quanto faticosa, ci permette di addentrarci lungo l’alta Val d’Arzino, un posto magnifico e molto wild che ci farà dimenticare ogni sensazione di fatica. La mulattiera serpeggia fino ad aggirare da Nord il Monte Jovet, cima per l’appunto dell’omonima malga.

Malga Jovet

L’ultima parte è stata un po’ più faticosa, complice sicuramente l’umidità esterna e la fatica dell’ultima salita: questi due fattori assieme non andavano molto d’accordo. Infine un lungo tratto ghiacciato ci attendeva sugli ultimi tornanti che abbiamo superato in sicurezza appoggiando i copertoni sui punti più stabili e distribuendo bene i pesi in maniera tale da non perdere mai aderenza.
Il vero problema sarebbe stato al rientro, in discesa, ma per quello ci avremmo pensato dopo. Un problema alla volta.

Sul versante settentrionale del monte Taiet, si trova Malga Jovet, situata in questa valletta accessibile da Pielungo attraverso il sentiero CAI n.820 o tramite per l’appunto la carrareccia che abbiamo percorso noi. Recentemente ristrutturata, questa struttura è arredata con un caminetto ad angolo, un tavolo accompagnato da panche e sedie. Una scala conduce a un soppalco nel sottotetto, che presenta sei reti metalliche per i posti letto.

Arrivati finalmente a destinazione, sembrava quasi un miraggio una coltre di nebbia si stagliava d’innanzi a noi e circondati da un silenzio attonito alternato dal crepitio del ghiaccio sotto i nostri copertoni.

Il dolce crepitio del fuoco di Malga Jovet

Siamo bagnati fradici, e la discesa in queste condizioni non ci entusiasma molto. Fuori fa molto freddo e l’umidità aumenta ancora di più questa percezione.
Così decidiamo di accendere il fuoco, Simone si precipita sotto al camino per preparare l’accensione, mentre io vado alla ricerca nel bosco dei rami migliori.

Ci siamo soffermati per almeno 30 minuti a riscaldarci e ad asciugare i vestiti, in questo modo la discesa non sarebbe stata poi così traumatica.

Simone e l’accensione del fuoco in Malga Jovet

Eccoci qua! Belli caldi e asciutti pronti a metterci nuovamente in marcia ma questa volta per rientrare a casa. Si rientra dalla stessa strada per la quale siamo saliti, fino a ricongiungerci con la provinciale sottostante e poi pedalare a tutta birra per la direttissima fino a Cornino.

Conclusione

Devo dire che quest’ultima gita non sarebbe stata la stessa se ci fosse stato un sole spaziale, clima favorevole e nessun imprevisto. Invece la situazione reale era ben diversa, la nebbia, l’umido e il panorama spettrale che si presentava nel bosco limitrofo. Infine la malga, quasi un’allucinazione. Il fuoco acceso che ha riscaldato i due guerrieri della mountain bike. Una ricetta perfetta per un’epica conclusione dell’ultima avventura dell’anno! Chissà che cosa ci riserverà il futuro!

Mappa dell’itinerario

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *